ENOGASTRONOMIA

Sulle tracce degli antichi sapori

All’Elba non esiste una tradizione gastronomica autoctona e fortemente caratterizzata. Quella elbana si colloca nella tradizione della cucina toscana, caratterizzata dagli influssi derivanti dalle diverse popolazioni che hanno vissuto nell’isola nel corso dei secoli: liguri, maremmani, francesi, ebrei, corsi e spagnoli. Si tratta di cucina povera poiché l’isola non aveva mai avuto una prosperità tale da permettere sprechi. Eppure tutti i diversi influssi culinari qui giunti si sono uniti per creare piatti semplici, frugali, leggeri, abilmente conditi con le nostre erbe aromatiche che, insieme alle erbe di campo selvatiche, rappresentano l’ingrediente segreto del successo della nostra cucina. Basterebbe ricordare l’unico piatto a base di riso tipicamente elbano viene da Rio nell’Elba. Anticamente gli abitanti di Rio, impegnati nel duro lavoro delle miniere, chiamavano i lombardi, in realtà emiliani, a zappare le vigne. Gli emiliani portavano il loro sacchetto di riso e lo cucivano con quello che trovavano: fagioli, finocchio selvatico, tranapecori. Ecco com’è nato uno dei piatti tipici della nostra cucina. E le selvatiche erbe di campo (come i sopra citati tranapecori, ma anche la bietole e la cicoria selvatica, la borragine, il finocchio e l’asparago selvatico) hanno svolto un ruolo fondamentale nella nostra cucina. Saltate in padella, nelle frittate, nelle minestre. Un’iniziativa interessante e poco conosciuta ricorda l’importanza di questa risorsa: vicino a Rio nell’Elba si trova l’Eremo di Santa Caterina, antico tempio romano o etrusco, trasformato in santuario in epoca cristiana. Dopo il restauro degli anni settanta, grazie all’aiuto del Dipartimento di Scienze Botaniche dell’università di Pisa, è stato possibile creare un suggestivo Orto Botanico con una parte dedicata alle vecchie culture ed un percorso di piante medicinali. Le fave, un altro piatto elbano molto amato, possono essere gustate crude insieme al formaggio, o in saporito stufato, classico piatto primaverile. Non possiamo dimenticare le castagne che sono state, nei tempi passati, una fondamentale risorsa nel montagnoso territorio di Marciana, fino a creare una vera e propria Civiltà delle Castagne. Il prodotto d’eccellenza sono state le uve da tavola, oggi coltivate sopratutto per produrre i vini. Ma l’Elba è pur sempre un’isola e il pesce resta l’alimento più importante. Già gli Ilvates (gli abitanti etruschi dell’isola) erano conosciuti come abili naviganti e le barche a vela di Rio erano richieste in tutto il Mediterraneo. Però i viaggi erano lunghi ed il cibo doveva conservarsi per mesi. Quindi queste barche, di ritorno dai trasporti di minerali, portavano all’Elba il baccalà, lo stoccafisso, il tonno. Ecco come nasce la sburrita di baccalà: pane raffermo o galletta, nepitella, olio e baccalà. D’inverno, fra i prodotti della pesca, vanno citati gli zerri, molto amati dai vecchi elbani che con essi si sono sfamati durante l’ultima guerra. Possiamo concludere affermando che la cucina attuale può essere sana solo se è semplice e genuina, caratterizzata dal ritorno dell’uomo alla natura.

L’articolo è stato scritto da Stefania Pasella, ex delegata dell’Accademia Italiana della Cucina, per il magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2009.

Elba, Isola del vino Una tradizione nata nella notte dei tempi

Insula vino ferax, isola feconda di vino. Così definisce l’Elba lo scrittore latino Plinio nel primo secolo dopo Cristo, una delle più grandi verità di quest’isola del Tirreno. La sua posizione, la sua terra ricca di minerali, l’acqua pura delle sue sorgenti naturali, sono forse fra i segreti che rendono il vino dell’Elba un vero e proprio “nettare degli Dei”, riconosciuto ed apprezzato dai più grandi estimatori. Un prodotto di qualità decantato da greci e latini e, in tempi più recenti, dallo stesso Napoleone Bonaparte che lo conobbe durante il suo breve ma intenso soggiorno elbano. Per capire di cosa stiamo parlando bisogna risalire almeno al 1878, anno in cui fu realizzata una vera e propria inchiesta agraria ad opera dell’Ing. Pullè. Il dato che ne emerse è significativo: alla fine del 1800 l’Elba godeva di oltre 5000 ettari coltivati ed una presenza di ben 32.000 viti sparse su tutto il territorio, in grado di regalare copiose e rinomate produzioni. L’Isola era una distesa di vite e così è stato fino ai primi del ‘900, come testimoniano le molte fotografie storiche riscoperte nei vecchi cassetti delle famiglie elbane. Oggi le cose sono decisamente cambiate. L’ultimo censimento degli anni 2000 ha registrato una presenza di 290 ettari coltivati a vite, un numero molto diverso dal passato ma la qualità, (grazie alle nuove tecniche produttive e all’attenzione quasi maniacale degli stessi agricoltori) è superiore a quella che lo stesso Napoleone aveva a suo tempo apprezzato. All’Elba, sono 45 le aziende che producono vini di ottima qualità. Elba Bianco, Elba Rosso e Rosé per accompagnare sapori e pietanze, ma anche Ansonica, Moscato ed il prestigioso Aleatico; tutti vini che godono di marchio di qualità DOC e DOCG e che stanno riscuotendo un successo sempre crescente nel mercato nazionale ed internazionale. Se da una parte è grazie alla coltivazione di uve come Ansonica, Procanico, Vermentino e San Giovese che l’Elba ha prodotto degli ottimi vini da tavola, dall’altra quelli che negli ultimi anni stanno conquistando mercato ed estimatori sono proprio i passiti – meglio conosciuti come vini da dessert – prodotti con uve come Moscato e soprattutto Aleatico, considerato un’eccellenza del Made in Italy e non solo. Sapori intensi e genuini, profumazioni tipiche e giusti accostamenti fanno di questi vini natii delle vere prelibatezze da degustare per apprezzare ed entrare nella cultura e nell’anima di questa terra. All’Elba sono molte le aziende agricole dove viene prodotto con tanto zelo dell’ottimo vino. Verso la costa occidentale, nella zona conosciuta come la parte granitica dell’isola, ha sede l’azienda vitivinicola Terre del Granito. Si arriva fino a Seccheto e poi si sale in collina per una strada tanto ripida quanto panoramica. È in cima a questa collina conosciuta come Poggio alla Cavallina, che si trova l’azienda. La famiglia Rocchi, da ben tre generazioni, produce oltre al prelibatissimo miele dell’ottimo vino DOC da tavola e da dessert, dall’Elba Bianco all’Aleatico DOCG. Chi arriva in questo angolo di paradiso può decidere di soggiornarvi poiché l’azienda ha anche vocazione agrituristica o di decidere di acquistare in loco alcuni dei loro migliori prodotti. Scegliendo invece di percorrere la parte est dell’isola, è d’obbligo fermarsi nell’azienda agrituristica Montefabbrello – che si trova nell’omonima località nella zona di Schiopparello – vicino a Portoferraio. per una degustazione di vino, ma anche per assaggiare altre prelibatezze. Questa è un’azienda con una lunga tradizione vitivinicola alle spalle. A capo la famiglia Galletti che produce da anni i classici vini dell’Elba, Bianco, Rosso e Rosé, Moscato, Ansonica ed Aleatico e, negli ultimi anni, stimolata dalla ricerca di nuovi e allo stesso tempo antichi sapori ha dato vita all’Ansonica Zampicata: un vino bianco da tavola prodotto con il vecchio ed efficace sistema della zampicatura nel tino. La rivisitazione in chiave moderna di quest’ antica tradizione ha fatto sì che la “zampicatura” dell’azienda Montefabbrello sia diventata in settembre un evento molto atteso, ripreso persino dalle televisioni locali e nazionali. Ottima anche la produzione dell’olio da degustare nel rinomato ristoro dell’azienda insieme a pietanze preparate con i loro prodotti, per trascorrere dolci momenti nel rigoglioso giardino, ricco di fiori ed essenze locali. Qua è anche possibile soggiornare.

Non molto lontano troverete una delle aziende più antiche dell’Elba che non potrà non stupirvi: la Tenuta La Chiusa. Si narra che Napoleone Bonaparte fece qui la sua prima tappa al suo arrivo all’Elba. Racchiusa da un’antico muro di cinta, che costeggia la strada che conduce verso Bagnaia, l’azienda padroneggia con la sua estesa terra coltivata, guardando il mare. È un luogo suggestivo, una lunga distesa di viti che si raccolgono intorno ad un antico casolare dalla tipica architettura toscana. Un panorama mozzafiato con una vista ineguagliabile sull’antica Cosmopoli. Spesso La Chiusa, che è anche agriturismo, è stata scelta per eventi aziendali e matrimoni. La produzione dell’antica e rinomata cantina della tenuta negli ultimi anni è andata espandendosi con 13 ettari e mezzo di viti. Ansonica e Aleatico sono i fiori all’occhiello dell’azienda, ma anche Trebbiano, Procanico, Sangioveto, Sauvignon e Merlot. L’azienda produce dell’ottimo olio che vanta il marchio IGP e un limitatissimo numero di bottiglie di grappa d’aleatico, vera delizia per gli intenditori.

Proseguendo oltre ed arrivando a Porto Azzurro, a pochi passi dal centro storico di questo antico e caratteristico paese elbano, si trova l’azienda della famiglia Arrighi: un luogo suggestivo dove le coltivazioni si perdono fra piccole valli e colline di vite ed ulivi. Una macchia verde infinita che si dirama per tutto Pian del Monte. L’Azienda ha diviso la produzione fra vitigni autoctoni e sperimentali: si va così dal Procanico all’Ansonica, passando da Sangioveto, Tintiglia e l’immancabile Aleatico. Inoltre Chardonnay, Manzoni, Viognier e i rossi Syrah, Sagrantino, Tempranillo … alcuni frutti di una sperimentazione decennale. Grazie alle oltre 300 piante della tenuta, la famiglia Arrighi, da sempre alla conduzione dell’azienda, produce anche dell’eccellente olio d’oliva. L’azienda, vanto dell’Isola d’Elba, insieme alle altre aziende elbane, porta avanti un’antica tradizione che sta imponendosi sempre più come una delle eccellenze della produzione vitivinicola italiana. Adesso non resta che un cin, cin!

L’articolo è stato scritto da Lucia Soppelsa per il magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2013.

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