LIBRI

Maria Gisella Catuogno, Gli amori di Jane
Maria Gisella CatuognoGli amori di Jane

Il desiderio di dedicarmi  a Jane Austen, scrittrice amatissima e tra le più lette al mondo, è nato dalla scoperta della sua modernità, che la rende ancora oggi, a due secoli di distanza, in corrispondenza d’amorosi sensi con tutte le generazioni, anche le più giovani. Riflettendo infatti sulla sua biografia, le sue opere e soprattutto sull’ultimo bellissimo romanzo, Persuasione, ho compreso quanto abbia ancora da dire alle donne di oggi e quanto la sua scelta, sofferta, di non sposarsi per non dover rinunciare alla scrittura, sia stata davvero rivoluzionaria, la sola modalità, seppure estrema, di affermare se stessa e la propria personalità, in un mondo, quello dell’Inghilterra dell’epoca napoleonica e post-napoleonica, dove il suggello alla realizzazione di una giovane era dato da un matrimonio vantaggioso, in cui esercitare per intero le virtù di moglie e di madre, annullando o diluendo di molto le proprie abilità culturali e intellettuali, da lasciar esercitare agli uomini, insieme alla politica e all’economia.

Del resto, tutti i romanzi austeniani si concludono con le giuste nozze dell’eroina di turno: ma è guardando in controluce le opere, che si scorge la filigrana di una insofferenza, di una denuncia, di una condanna dei costumi e delle leggi del tempo, come quella dell’impossibilità dell’eredità femminile dei beni immobili, che lascia tracce profonde in chi legge, suscitando la sua immediata empatia con il punto di vista dell’autrice. L’immagine stantìa di una zia Jane zitella in quanto non scelta, che vede il matrimonio come un miraggio anche personale, indifferente alle lacerazioni interiori come alle vicende storiche contemporanee, non ha più motivo d’essere, alla luce della nuova critica letteraria e soprattutto di una rilettura profonda dei suoi romanzi. Jane Austen conobbe nei suoi vent’anni l’intensità dell’amore e fu pienamente ricambiata, anche se i pregiudizi familiari e sociali ebbero poi il sopravvento; poi fu la fidanzata per una notte di un ricco pretendente e fratello delle sue migliori amiche, salvo  rifiutarlo la mattina successiva nello sconcerto generale, dopo una notte in bianco, costretta  a scegliere tra una vita comoda, ma al servizio di marito e figli, e un’esistenza difficile ma centrata sulla sua passione per la scrittura.

E fu creatura di grande intelligenza e complessità, pienamente consapevole dell’ingiustizia del ruolo subalterno della donna nei secoli e ancora nella sua Inghilterra, come dimostrano le parole di Anne Elliot al capitano Herville, in Persuasione, nel capitolo che è un capolavoro nel capolavoro. E se non parlò mai esplicitamente delle guerre napoleoniche, in cui, tra l’altro, furono direttamente coinvolti i suoi fratelli marinai, è forse per dimostrare che anche con questa modalità, ignorando l’argomento principe di quegli anni, si poteva esprimere la propria siderale lontananza dalla violenza come valore e necessità storica. Insomma, indagare nella biografia di Jane Austen – e per questo è stata preziosa la Cronologia curata da Giuseppe Ierolli e la corrispondenza con la sorella Cassandra – per conoscere meglio i suoi amori, ossia i suoi innamorati in carne ed ossa, ma anche i suoi romanzi, specialmente nella loro genesi, è stato per me scoprire la ricchezza, la problematicità, la contemporaneità di un’autrice che da duecento anni ci fa compagnia con le sue storie indimenticabili.

Alvaro Claudi Fiorenza & Cosmopoli a tavola nel Rinascimento 

Nella ricorrenza della fondazione di Portoferraio “Cosmopoli – Città di Ferraja”  da parte di Cosimo I de’ Medici, Alvaro Claudi  ci dona uno spaccato di storia di quel periodo del Rinascimento che riguarda la vita comune, dalla povera gente al ceto medio e ai grandi signori. Il Rinascimento è un periodo di grandi cambiamenti della scienza, dell’arte ed anche della gastronomia. Messisburgo, Rossetti, Scappi, Cervio, Lancerio e De Roselli realizzarono una rivoluzione con le loro pubblicazioni attraverso le quali diffusero i dettami per realizzare una grande cucina, ricca di piatti sontuosi e spettacolari. L’acquisto di Alvaro, anni or sono, di un interessante manoscritto dell’epoca, è stato determinante per la redazione del libro Fiorenza & Cosmopoli A tavola nel Rinascimento. Con le ricette vengono definiti i doveri del cuoco e la descrizione degli ambienti della cucina; si esalta soprattutto la concezione filosofico sanitaria del piacere onesto del cibo, il cui scopo prioritario è il mantenimento della buona salute; è pertanto una sorta di medicamento e va consumato secondo la propria condizione fisica. 

Storie di cucina, di personaggi e spigolature di vita quotidiana nella Firenze di Cosimo I de' Medici nelle sue terre a Portoferraio

Di ogni alimento vengono indicate le caratteristiche principali, i giovamenti, i nocumenti, i rimedi, i gradi, i tempi migliori per la sua assunzione. Il Rinascimento è un periodo importante per la gastronomia; anche Leonardo da Vinci da un suo contributo, così come Caterina dei Medici esportando il ricettario italiano alla corte di Francia. Viene poi delineata la personalità di Cosimo I de’ Medici che, appassionato di botanica, incentivò l’agricoltura anche nelle “nuove terre” da lui fondate come Portoferraio. Una delle sue grandi passioni era la coltivazione degli agrumi. Presso la sua corte si osservava la moderazione, si detestava la sregolatezza ma, nonostante Cosimo fosse frugale e parsimonioso, se si trattava di imbandire un banchetto era davvero «magnifico e sopramodo splendido». A Firenze, ma anche nei domini del Ducato, vennero stabilite severe leggi suntuarie, che dovevano essere rispettate per limitare il lusso. Seguendo i suggerimenti dell’amata moglie Eleonora, Cosimo volle che a corte fossero osservati i consigli dettati da Monsignor Giovanni della Casa, mugellano, che attraverso il suo libro Galateo per incitare alla costumanza i suoi contemporanei insegnava le buone maniere di comportamento nella vita quotidiana, specialmente a tavola. Nel 1548 Cosimo fece costruire ex novo la città-fortezza di  Portoferraio nell’Isola d’Elba Porto di Ferraia che ben presto diventò una città fortificata. Cosimo, soddisfatto del magnifico risultato, denominò Cosmopoli, città del kosmos culla della civiltà e della cultura, esempio di equilibrio e razionalità. Inoltre per favorire l’incremento della popolazione di questa nuova terra Cosimo I con una Provisione concede “Privilegi et Esenzioni a quelli che habiteranno nella sua Terra, e Porto Ferraio dell’Isola dell’Elba.” Per evitare, però, speculazioni che creassero malumori tra la popolazione fece pubblicare il tariffario dei prezzi e i decreti che regolavano vari aspetti della vita all’Elba: Bandi et regolamenti fatti in Porto Ferraio da Messer Agnolo Guicciardini Comm.rio Gen.le Per S. Ecc. Ill.ma del anno 1553 – et ’54. Infine  nel testo  viene proposto un congruo numero di ricette, tradotte in italiano attuale, rilevate da  L’Opera nova chiamata Epulario, la quale tratta il modo di «cucinare ogni charne, uccelli, pesci»  composta dal Maestro Giovanni De’ Rosselli, e da Libro novo nel qual s’insegna a far d’ogni sorte di vivande secondo la diversità de’ tempi così di carne come di pesci di Cristofaro di Messisburgo. Il testo è accompagnato da una ricca documentazione fotografica che ne rende piacevole la lettura. Come Accademici della Cucina, non potevamo restare insensibili a questo grande lavoro, meticoloso e attento ai particolari, come del resto Alvaro Claudi ci ha abituato nei suoi scritti. Quindi non solo storia del cibo,  come si evince dalla lettura del testo.  È interessante notare come in tempi attuali si riprendano, nei confronti del cibo, quei concetti espressi durante il periodo rinascimentale secondo i quali la prima medicina per l’uomo è l’alimentazione, concetto (alimento-medicina) già espresso da Ippocrate (V-IV sec. a. C.).

L’articolo è stato scritto da Rossana Galletti, delegata dell’Accademia della Cucina isola d’Elba, per il magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2019/2020.