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Il Patrimonio delle MURATURE A SECCO nell’Arcipelago Toscano
2 Settembre 2025«Sono introverso, amo i miei dialoghi interiori. La corsa è il mio modo di parlare con me stesso. C’è un senso di appartenenza alla terra che mi accompagna sempre. L’Elba mi ha formato, mi ha insegnato la fatica, il rispetto, la lentezza.»
Matteo Anselmi

C’è un ritmo che scandisce le giornate di Matteo Anselmi, classe 1994, runner elbano d’élite specialista in trail running, una specialità della corsa a piedi che si svolge su sentieri naturali (montagna, boschi, creste, sterrati), spesso con dislivelli impegnativi e lunghe distanze. Matteo è specializzato in ultra trail, ovvero gare di ultramaratona in natura che superano i 42 km, come dimostrano le sue partecipazioni a eventi da 90, 102, fino a 180 km, spesso con dislivelli estremi come la CCC a Chamonix o la GTE all’Isola d’Elba. Matteo nella vita di tutti i giorni lavora a Patresi – borgo dell’Elba occidentale, noto per la sua tranquillità, la natura incontaminata e i tramonti spettacolari sul mare – presso l’albergo di famiglia, l’Hotel Belmare, dove si occupa della cucina, altra specialità che sembra riuscirgli molto bene. Qui vive con la sua compagna e la loro bambina, avuta all’età di 22 anni. Ama la pesca, ma non il nuoto e preferisce mangiare il pesce e pescare, che stare in acqua. Patresi per Matteo è tutto: l’inizio, la radice, la roccia su cui si fonda il suo primo passo, un luogo dove sente forti le sue origini. Ricorda con affetto la sua infanzia quando a sedici anni costruiva i muretti a secco, che oggi con orgoglio vede ancora in piedi. Correre qui significa per lui appartenere a qualcosa che lo ha formato. Quando affronta gare lunghe, invece, preferisce optare per cibi solidi, più facili da gestire per lo stomaco durante sforzi prolungati: panini morbidi con prosciutto, o un tortino di riso preparato da lui stesso, che gli permette di alimentarsi senza appesantirsi e soprattutto senza rischiare
fastidiosi malesseri gastrointestinali, frequenti nei trail estremi quando si eccede con i prodotti artificiali.Quando affronta gare lunghe, invece, preferisce optare per cibi solidi, più facili da gestire per lo stomaco durante sforzi prolungati: panini morbidi con prosciutto, o un tortino di riso preparato da lui stesso, che gli permette di alimentarsi senza appesantirsi e soprattutto senza rischiare fastidiosi malesseri gastrointestinali, frequenti nei trail estremi quando si eccede con i prodotti artificiali.Qui Matteo si allena, tra mare e montagna, con tanta dedizione e passione, ingredienti che servono ad un atleta per raggiungere i migliori obiettivi, proprio come sa fare dal 2017, anno in cui inizia ad allenarsi (un po’ per caso) nella discipina del trail. Patresi è circondato da sentieri panoramici che collegano il paese al vicino Monte Capanne, la vetta più alta dell’Isola, e alla Grande Traversata Elbana (GTE), che offrono percorsi ideali al giovane atleta nel cuore della vegetazione mediterranea – tra lecci, corbezzoli, mirto, ginepro, rosmarino ed elicriso – dove ogni allenamento è accompagnato da profumi intensi e colori vivi. Ciò che lo affascina di più delle lunghe distanze è il tempo che trascorre in montagna, spesso da solo, immerso nel silenzio e nella vastità dei panorami. Non si tratta solo di correre per raggiungere un traguardo, ma di allontanarsi dalla frenesia quotidiana, da quella pressione costante che la società moderna impone. Per lui, ogni salita e ogni ora trascorsa sul sentiero diventano un’occasione per conoscersi, per ascoltarsi, per ritrovare l’equilibrio in mezzo al rumore del mondo. L’amore per la corsa e per lo sport lo ha portato a diventare un runner d’élite. La sua passione nasce otto anni fa, grazie a un amico, Massimo Russo, che lo coinvolge nel Libeccio Trail, una gara locale che ogni anno Matteo contribuisce ad organizzare ad aprile con tre distanze (13, 25 e 60 km). Dopo un inizio con piccole gare, arriva a Chamonix dove percorre 180 km in 22 ore. Corre una gara al mese, partecipa a 6-7 gare all’anno: tra le più importanti, la vittoria a Cortina (80 km), il primo posto all’Ultra Trail Valmalenco (90 km), il 35° posto al mondiale in Thailandia e il 16° alla CCC di Courmayeur su 5000 atleti. Matteo è salito sul podio diverse volte in questi ultimi anni. L’ultima vittoria è quella del primo posto al Ferriere Trail Festival 2025 – TVGT, 102 km di pura resistenza. La Grande Traversata Elbana (GTE), percorsa più volte in gara e in allenamento, e i numerosi sentieri dell’Elba sono la sua palestra a cielo aperto. Nel 2020 ha stabilito il record da Cavo a Pomonte: 52 km con 2700 metri di dislivello in 5 ore e 17 minuti, migliorato poi nel 2023 in 4 ore e 50 minuti. Matteo quando percorre la GTE da una parte all’altra, si sente padrone del “suo mondo”, un’emozione difficile da spiegare. Matteo ama il Monte Capanne, che raggiunge spesso all’alba. I suoi allenamenti settimanali, tra corsa, bici e palestra, superano le 15-18 ore. Alcuni giorni corre anche cinque ore, preparando distanze estreme come i 180 km del Monte Bianco, che sogna di chiudere in 22 ore per entrare nella top ten mondiale. I suoi allenamenti non si limitano solo all’Isola. L’atleta viaggia spesso nell’entroterra per trovare percorsi sempre più difficili e sfidanti, distanze più lunghe e dislivelli più alti. Confessa di avere un amore profondo per la montagna, in particolar modo per la Valle d’Aosta. Se Courmayeur lo affascina per la grandiosità del Monte Bianco, è Gressoney che ha conquistato il suo cuore. Questa è la montagna rude e vera, meno accessibile e di conseguenza con meno gente, che piace a lui perché qui puoi sentire il silenzio.
I suoi allenamenti, tutt’altro che improvvisati, seguono una pianificazione precisa costruita insieme alla sua allenatrice Simona Morbelli e al fisioterapista Fulvio Massa, con cui lavora attraverso il team Trail Running Coaching. Ogni anno definiscono insieme un calendario di gare e obiettivi principali, di solito due appuntamenti di rilievo intorno ai quali ruota tutta la preparazione. Per il 2025 l’obiettivo è tra i più ambiziosi: l’UTMB – Ultra Trail du Mont Blanc, una delle gare più dure e prestigiose al mondo, con partenza e arrivo a Chamonix, lungo un anello di 170 km e 10.000 metri di dislivello attorno al massiccio del Monte Bianco. Oggi è uno degli atleti più promettenti del trail running internazionale. Il runner fa parte del team internazionale Scarpa, che supporta atleti di alto livello nel mondo del trail running. Non dobbiamo dimenticarci dell’importanza dell’alimentazione dello sportivo che spinge sempre al proprio limite, per cui trovare gli alimenti e i nutrienti (proprio come dice la parola stessa) è fondamentale per nutrire muscoli, tendini, ossa e anche la mente. Matteo non segue una dieta rigida o schemi troppo restrittivi. La sua filosofia è semplice e concreta: mangiare bene, senza privarsi di nulla, ascoltando il proprio corpo e i suoi bisogni. Ammette con un sorriso di essere un gran goloso, e ogni tanto si concede qualche dolce, anche perché – lavorando in cucina e occupandosi in particolare della pasticceria dell’albergo di famiglia – è difficile resistere alle tentazioni. In gara, però, l’alimentazione diventa una componente tecnica fondamentale. Per le distanze più brevi, Matteo segue un approccio preciso: 90-100 grammi di carboidrati l’ora, assunti attraverso gel energetici o maltodestrine sciolte nelle borracce, in modo da garantire continuità di rendimento e un buon equilibrio glicemico. soprattutto senza rischiare fastidiosi malesseri gastrointestinali, frequenti nei trail estremi quando si eccede con i prodotti artificiali.

Quando affronta gare lunghe, invece, preferisce optare per cibi solidi, più facili da gestire per lo stomaco durante sforzi prolungati: panini morbidi con prosciutto, o un tortino di riso preparato da lui stesso, che gli permette di alimentarsi senza appesantirsi e soprattutto senza rischiare fastidiosi malesseri gastrointestinali, frequenti nei trail estremi quando si eccede con i prodotti artificiali.Nonostante i faticosi impegni della stagione turistica Matteo, ogni giorno, riesce a trovare il tempo per allenarsi: corse sui sentieri che attraversano l’Isola, fiato lungo sulle salite, cuore che batte al ritmo della sua Terra. I suoi allenamenti, tutt’altro che improvvisati, seguono una pianificazione precisa costruita insieme alla sua allenatrice Simona Morbelli e al fisioterapista Fulvio Massa, con cui lavora attraverso il team Trail Running Coaching. Ogni anno definiscono insieme un calendario di gare e obiettivi principali, di solito due appuntamenti di rilievo intorno ai quali ruota tutta la preparazione. Per il 2025 l’obiettivo è tra i più ambiziosi: l’UTMB – Ultra Trail du Mont Blanc, una delle gare più dure e prestigiose al mondo, con partenza e arrivo a Chamonix, lungo un anello di 170 km e 10.000 metri di dislivello attorno al massiccio del Monte Bianco. Oggi è uno degli atleti più promettenti del trail running internazionale. Il runner fa parte del team internazionale Scarpa, che supporta atleti di alto livello nel mondo del trail running. Non dobbiamo dimenticarci dell’importanza dell’alimentazione dello sportivo che spinge sempre al proprio limite, per cui trovare gli alimenti e i nutrienti (proprio come dice la parola stessa) è fondamentale per nutrire muscoli, tendini, ossa e anche la mente. Matteo non segue una dieta rigida o schemi troppo restrittivi. La sua filosofia è semplice e concreta: mangiare bene, senza privarsi di nulla, ascoltando il proprio corpo e i suoi bisogni. Ammette con un sorriso di essere un gran goloso, e ogni tanto si concede qualche dolce, anche perché – lavorando in cucina e occupandosi in particolare della pasticceria dell’albergo di famiglia – è difficile resistere alle tentazioni.
L’articolo, pubblicato nel magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2025/2026, è stato scritto da Elena Vlacos.