
REGALI RURALI – Il sogno sostenibile di SARA ESPOSITO
2 Settembre 2025Il valore delle tradizioni enogastronomiche e della cultura locale
Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano da tempo porta avanti un’iniziativa molto significativa per ciò che concerne la salvaguardia di alcune varietà locali orticole storiche appartenenti alle isole, in particolare Elba e Giglio. A prima vista potrebbe apparire come un’azione fine a se stessa o tesa a soddisfare interessi più che altro appartenenti al mondo della scienza e dei soli appassionati di ricerche storiche. Alla fine dei conti, oggi basta andare in qualsiasi supermercato per acquistare ogni tipo di frutto o verdura, potendo contare su un’ampia gamma di prodotti sempre disponibili, tirati a lucido, sia italiani che provenienti da ogni parte del mondo. Anzi, sono abbastanza convinto che se ad un bambino che vive in una grande città venisse chiesto ad esempio da dove arriva una mela, probabilmente risponderebbe dal supermercato e non dall’albero. La filiera della grande distribuzione si è talmente allontanata dai luoghi di produzione, non solo fisicamente, ma anche simbolicamente, che i fatti e le difficoltà legate alla coltivazione sono ormai completamente scollegati da quelli della vendita. Questo legame appare invece evidente quando si fanno gli acquisti dalle piccole aziende del territorio, dove il rapporto diretto con il contadino avvicina il consumatore alla realtà delle cose. In questo quadro il Parco ha inteso non solo dare corpo alla ricerca scientifica, ma soprattutto valorizzare la produzione di alcune antiche varietà orticole locali. Una varietà locale ha infatti una serie di caratteristiche che, guarda caso, sono allineate con i tempi moderni e che anzi potremmo definire all’avanguardia. Riuscire ad avere una produzione locale riduce enormemente la necessità di trasporto da molto lontano, il famoso chilometro zero, e mantiene viva la cultura locale, spesso interconnessa sia al tema del mantenimento della cura del territorio, ma anche alle tradizioni enogastronomiche. In molti casi poi, essendo coltivate nel lontano passato quando erano anche maggiori le difficoltà logistiche e operative, si tratta di varietà che meglio sopportano e meglio si adattano anche ai temi legati al cambiamento climatico e alla scarsità della risorsa idrica, e che in generale necessitano di meno attenzioni e cure rispetto a coltivazioni più complesse ed intensive. Infine, per ultimo, ma non per questo meno importante, va da sé che una varietà locale, coltivata in un ambiente sano come quello di un’isola dell’Arcipelago Toscano, possa contenere sostanze ed elementi molto positivi anche per ciò che riguarda le loro capacità nutrizionali, rispetto ad analoghi prodotti coltivati su scala industriale. Ciò premesso, il Parco, come descritto di seguito, ha attuato una serie di convenzioni con il mondo accademico e scientifico ed ha censito, studiato e caratterizzato una serie di varietà orticole riuscendo a mettere “in banca” (la “Banca del Germoplasma”) i semi di queste piante, che in alcuni casi rischiavano di scomparire, e affidando la coltivazione delle stesse ad alcuni soggetti definiti “agricoltori custodi”. Quindi ad oggi, rispetto a molte di queste varietà siamo in grado di avere in custodia i loro semi, impedendo l’estinzione, e avere delle persone che si preoccupano della loro coltivazione. A questo punto manca il terzo tassello, che dovrà essere compito di chi si occuperà della questione da qui in avanti; la prossima mossa dovrà essere quella di mettere in collegamento la produzione dei prodotti con i consumatori in modo più sistematico e, se vogliamo, anche commerciale più di quanto già non avviene oggi. Nel caso delle nostre Isole gli acquirenti potrebbero essere i privati cittadini, le famiglie, ma anche le aziende turistiche, con particolare riferimento al comparto della ristorazione e, perché no, anche quello della vendita al dettaglio dei prodotti agricoli. In questo modo, se questo meccanismo commerciale venisse stimolato, avviato e reso solido, i prodotti si auto proteggerebbero, perché a quel punto vi sarebbe un interesse economico che garantirebbe a tutto il sistema di camminare con le proprie gambe. Sono meccanismi complessi, ma il punto a favore è che per questo genere di cose non c’è bisogno di fare grandissimi numeri. Basterà trovare qualche ristorante, negozio… e sono convinto che il meccanismo si attiverà da solo.

Individuazione e recupero di antiche varietà locali di piante ortive e fruttifere all’isola d’Elba
Attività pregresse periodo 2015-2021 ed iscrizione al Repertorio Regionale
Nel periodo 2015-2021 sono stati realizzati tre progetti territoriali finalizzati al recupero dell’agro-biodiversità dell’Isola d’Elba:
- Recupero, conservazione e valorizzazione del germoplasma frutticolo autoctono dell’Isola d’Elba, progetto finanziato dalla Regione Toscana (2011-2013). I risultati dello studio sono pubblicati nel volume Frutta antica e piante spontanee nella tradizione alimentare elbana (F. Camangi e A. Stefani, Edizioni ETS, 2014);
- Censimento, caratterizzazione e valorizzazione del patrimonio frutticolo, orticolo e cerealicolo legato al territorio dell’Arcipelago Toscano, progetto finanziato dal PNAT (2014-2016). I risultati dello studio sono pubblicati nel volume Piante, essenze e tradizioni nell’Arcipelago Toscano (F. Camangi e A. Stefani, I Quaderni del Parco, 2017);
- Realizzazione di un progetto di recupero, caratterizzazione e conservazione delle risorse genetiche locali vegetali a rischio estinzione dell’Isola d’Elba.
I primi due progetti hanno previsto ricognizioni investigative sul territorio, che si sono svolte dal 2011 al 2015 con la collaborazione della Scuola Superiore S. Anna di Pisa ed hanno interessato tutti i comuni elbani nell’ambito dei quali sono stati contattati ed intervistati
soggetti del territorio, ottenendo le informazioni necessarie per la raccolta del ricco bagaglio di conoscenze agricole e tradizioni etnobotaniche. Le attività svolte hanno consentito di avviare il percorso di tutela della biodiversità agricola a rischio estinzione e di valorizzare la biodiversità agricola del territorio, mantenendo antiche varietà locali ancora oggi conservate negli orti e nei giardini privati, che costituiscono un ampio patrimonio dell’attività agricola del passato che adesso è esposto a rischio estinzione. Inizialmente sono state oggetto di studio alcune varietà autoctone di piante da frutto per le quali era stata effettuata la caratterizzazione agronomica e morfologica, quali tre varietà di pesco Prunus persica (“Pesco Sanguigno Settembrino”, “Pesco Sanguigno Ottobrino”, “Pesco Spiccicaiola”), due varietà di fico Ficus carica (“Fico Nerucciolo”, “Fico Popone”) ed una varietà di pero Pyrus communis (“Pera Angelica”). Il terzo studio ha previsto la caratterizzazione di ulteriori 18 antiche varietà locali fruttifere e di 12 varietà locali ortive dell’Isola d’Elba, ed è stato finalizzato alla conservazione delle stesse attraverso la caratterizzazione morfologica, agronomica e l’analisi genetica con il supporto degli Enti di Ricerca CREA di Tavazzano e dell’Università di Siena. Lo studio ha riguardato le seguenti varietà ortive locali: una di cavolo Brassica oleracea (“Cavolo nero di Patresi”), tre di fagiolo Phaseolus vulgaris (“Fagiolo del miracolo scritto”, “Fagiolo del miracolo non scritto”, “Fagiolini Jolly Campesi”), quattro di pomodoro Solanum lycopersicum (“Pomodoro a grappolo d’Appiccà tondo giallo”, “Pomodoro a grappolo d’Appiccà tondo rosso”, “Pomodoro a grappolo d’Appiccà allungato rosso”, “Pomodoro a grappolo tondo rosso frutti grandi”). Parallelamente alle attività di caratterizzazione ed iscrizione delle varietà elbane nel Repertorio Regionale ed all’Anagrafe Nazionale, il PNAT ha messo a punto una metodologia di conservazione in situ ed ex situ delle varietà locali individuate, nonché di valorizzazione delle risorse vegetali stesse, ai fini dell’attivazione di un corretto sistema di conservazione delle varietà locali individuate.

Individuazione e recupero di antiche varietà locali di piante ortive all’isola del Giglio
L’attività di censimento, caratterizzazione e valorizzazione di varietà orticole locali ha riguardato anche l’Isola del Giglio, dove sono state individuate due varietà locali: una varietà di pomodoro Solanum lycopersicum (“Pomodoro di scasso”) ed una varietà di cavolo Brassica oleracea (“Cavolo torso”), che sono state caratterizzate dal punto di vista morfologico ed agronomico con la consulenza scientifica dell’Università di Pisa, ed iscritte nel 2023 al Repertorio Regionale ed all’Anagrafe Nazionale. Anche al Giglio sono stati presi contatti con alcuni soggetti del territorio che coltivano tali varietà orticole per avviare l’iter per la creazione dei “coltivatori custodi” anche per quelle gigliesi. Si è reso necessario coinvolgere tali coltivatori e supportarli nella presentazione della domanda all’Ente Terre Regionali Toscane, per attivare la relativa convenzione e diventare ufficialmente “coltivatori custodi” delle varietà gigliesi, iscritte al Repertorio Regionale ed all’Anagrafe Nazionale.
Attivazione del processo di conservazione in situ: campo catalogo fruttifero e “coltivatori custodi”.
Il PNAT ha promosso la conservazione in situ, ovvero in campo, di alcune varietà ortive, coinvolgendo i coltivatori locali, i quali hanno sempre provveduto alla coltivazione e alla salvaguardia delle varietà, effettuando il rinnovo dei semi da utilizzare la stagione successiva e da depositare per la conservazione.
Attivazione del processo di conversazione ex situ: attivazione della sezione locale della “Banca del Germoplasma”.
Nell’ambito delle finalità istituzionali di salvaguardia, valorizzazione e tutela della biodiversità agricola, il PNAT ha avviato l’iter per la creazione della “Banca del Germoplasma dell’Arcipelago Toscano” per la conservazione di specie spontanee e di interesse agrario tipiche delle isole dell’Arcipelago. La conservazione presso la Banca viene definita ex situ, cioè al di fuori del loro ambiente naturale, ed ha lo scopo di mantenere nel tempo le varietà locali attraverso i semi, in modo da renderli disponibili anche nel futuro. Tale Banca si trova in un’area dedicata presso il Centro di Educazione Ambientale – CEA Lacona, che è stata allestita nel 2024 ed è stata proposta quale sezione della “Banca Regionale del Germoplasma”, stipulando una convenzione con l’Ente Terre Regionali Toscane, titolare della “Banca Regionale del Germoplasma”. Gli spazi dedicati alla “Banca del Germoplasma dell’Arcipelago Toscano” sono costituiti da due locali allestiti con le strumentazioni necessarie, uno destinato a laboratorio per la preparazione dei semi da conservare ed uno dedicato alla conservazione degli stessi all’interno di una cella climatizzata in buste sottovuoto. La Banca ha lo scopo di mantenere nel tempo le varietà locali attraverso la conservazione dei semi delle varietà di interesse agrario tipiche delle isole dell’Arcipelago, in modo da renderli disponibili anche nel futuro, consentendo di completare il percorso di salvaguardia e messa in sicurezza delle varietà locali del Parco. La “Banca del Germoplasma” garantisce condizioni ottimali di conservazione dei semi che, patrimonio dell’umanità, vengono ceduti gratuitamente ai soggetti appartenenti alla “Rete di conservazione e sicurezza delle risorse genetiche” di specie vegetali della Regione Toscana, contribuendo alla diffusione ed al beneficio globale della conoscenza agraria. I semi presenti nella “Banca del Germoplasma dell’Arcipelago Toscano” sono stati acquisiti per consegna da parte dell’Agronomo incaricato da Terre Regionali Toscane, che li ha a sua volta ricevuti dai “coltivatori custodi” dell’Isola d’Elba nel mese di settembre 2024. Tali semi sono conservati nella cella climatizzata della Banca all’interno di bustine sottovuoto con l’indicazione della varietà, della data di raccolta, del peso. Per garantire la loro conservazione nel tempo, ai semi conservati nella Banca si può accedere solo per scopi di studio e di ricerca, previa domanda indirizzata a Terre Regionali Toscane. Possono accedere anche i “coltivatori custodi”, che hanno altresì sottoscritto una convenzione con Terre Regionali Toscane.
L’articolo, pubblicato nel magazine di promozione turistica Elba Per2 e non solo… Edizione 2025/2026, è stato scritto da Stefano Feri, ex Vice Presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano.